Venerdì, nel giorno del primo focolaio di Covid-19 in Italia, vado dall’ortopedico in pausa pranzo per un doloraccio che mi porto dietro da mesi. Il dottore mi prescrive svariate pillole che prenderò per i prossimi 15 giorni, così, alla fine della mia giornata lavorativa, mi reco nella prima farmacia per acquistare tutto quello che devo. Entra una signora che mi tossisce letteralmente in faccia, e poi, la stessa signora acquista ingenti quantità di un prodotto similare all’amuchina in bella mostra sul bancone, perché “Sa… di questi tempi con ‘sto virus, meglio stare attenti per il bene di tutti!”.

Entro in metro, in questo giorno di febbraio in cui sembra che sia già arrivata la primavera.Vedo persone mummificate nelle proprie sciarpe, altre che indossano caldissimi guanti di pelle stando ben attente a non toccare niente; eppure non fa affatto freddo stasera. Finisco la corsa in treno e raggiungo un’amica in un bar. È l’ora dell’aperitivo e tutti, sorseggiando la propria birra ghiacciata, attingono dalle invitanti ciotoline stracolme di noccioline e taralli stantii, già note, in tempi non sospetti, per la loro scarsa igiene.

Inizio ad interrogarmi sui paradossi di questo pomeriggio, così entro in modalità epidemia ed inizio a guardarmi attorno notando, senza troppo sgomento, i primi visi mascherati, solo che Carnevale è finito. Fp3, Fp2, bianche, verdi, griffate e di tendenza, insomma dalla Cina con furore le mascherine sono arrivate anche qui. Ma la verità è che nessuno ha capito ancora quali siano le giuste mascherine da indossare, e soprattutto quali siano le ragioni e i casi meritevoli di tale utilizzo.

Il Ministero della Salute, in Italia, ci fa sapere che è prioritario curare l’igiene personale, soprattutto quella delle mani, in quanto appare cosa conclamata che il famigerato CoVid 19 possa trasmettersi tramite le secrezioni che produciamo con un banale colpo di tosse… come quello della signora in farmacia. L’OMS, dal canto suo, raccomanda di usare la mascherina solo in caso si sospetti di essere stati contagiati dal virus o addirittura in presenza di sintomi.

Perché, purtroppo, pare che la mascherina da sola non garantisca la salvezza ma possa al massimo limitare i danni.

Eppure, i produttori di mascherine non hanno mai avuto le tasche così piene, e molti rivenditori stanno cavalcando l’onda, portando all’estremo i prezzi di questi prodotti ormai ricercati più del famoso ago nel pagliaio. Il business della mascherina è aumentato del 400% e sui più famosi e-commerce è facile trovare prezzi gonfiati all’inverosimile, cosa che è avvenuta non solo con le mascherine, ma anche con l’amuchina e suoi affini.

Un colosso come Amazon è riuscito ad intervenire tempestivamente sui casi più eclatanti di speculazione, ma su altre piattaforme è ancora possibile acquistare la tanto agognata mascherina al modico prezzo di 60 euro.

In un clima di panico e isteria crescente, auguriamoci che tutto questo finisca presto, così da riprendere a vivere le nostre giornate più o meno normali e noiose, ma intanto laviamoci le mani e, soprattutto, informiamoci!

Articolo di Nicoletta Guardiola